Romanzi by Federigo Tozzi

Romanzi by Federigo Tozzi

autore:Federigo Tozzi [Tozzi, Federigo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Collections, Letters
ISBN: 9788841889893
Google: sUwX2YFdMqkC
editore: UTET
pubblicato: 2013-05-13T22:00:00+00:00


XV

Quando giunse alla Casuccia, con le gambe indolenzite, come non gli era mai capitato, le tre assalariate stavano per infornare il pane: Ilda si divertiva a guardarle, anche per imparare. A ogni fascina secca, che buttavano dentro con la forca, le fiamme s’attaccavano alla vòlta del forno, gonfiando e traboccando con le punte fuori; infilandosi perfino su nella cappa nera di fumo. Le fascine crepitavano; e le vampate delle fiamme facevano scostare tutte e tre le donne, che avevano il viso affocato e gli occhi rossi di sangue. Ma quando il forno fu caldo, e chiuso con lo sportello di ferro, ebbero a leticare. Siccome tutte e tre avevano il pane che trapassava di lievito, ognuna voleva essere la prima a infornarlo. Dinda e Cecchina erano le più irate. Gegia saliva due o tre scalini di casa, per andare a prendere la tavola con le picce della pasta91 coperta dentro i cenci di lana; poi ridiscendeva, invece, per dire anche lei la sua. Dinda piangeva come se l’avessero picchiata, e Cecchina teneva in mano la pala del forno. Dinda le gridò:

– Se mi toccate, guai a voi!

– Io ho poca pazienza.

– E io meno!

– O vediamo, allora, chi avrà ragione!

Gegia si metteva in mezzo, andava al viso dell’una e poi dell’altra:

– E io non ho diritto d’infornare come voi due?

Ma non le badavano, seguitando a leticare tra sé.

Remigio dimenticò subito il processo, e si fece raccontare chi era stata la prima a scaldare il forno.

– Tutte e tre siamo state!

– Non è vero! Le prime fascine l’ho portate su io dal campo.

– Ma le ho ficcate io dentro il forno!

– Se non le avessi portate, però, non ce le ficcavi!

– Vi venga un accidente a voi e a chi v’ha dato da lavorare alla Casuccia.

Siccome Gegia stava zitta, quasi sgomenta, Remigio le disse che infornasse prima lei. La donna in un batter d’occhio, portò giù la tavola della pasta; la sciolse e mise il primo pane sopra la pala. Ma siccome le tremavano le mani e voleva fare troppo lesta, un pezzo di pasta le andò in terra. Anche lei, allora, cominciò a piangere. Ci mancò poco, poi, che si scordasse di fare il segno di riconoscimento sopra il pane: lei ci faceva una fitta con due dita, Dinda ci pigiava un bicchiere e Cecchina ci lasciava un birignoccolo arrotolato con le mani. Remigio domandò alle altre due donne:

– Vi siete messe d’accordo?

Dinda rispose:

– Io faccio come vuole lei.

– Piuttosto che leticare, mettetevi d’accordo; mi pare!

– È quel che dico anch’io.

Ma Cecchina salì in casa e si sbatacchiò l’uscio dietro. Allora, dopo Gegia, infornò Dinda. Cecchina avrebbe voluto essere la seconda, ma quando riaprì l’uscio, l’altra aveva già cominciato. La sera, perciò, raccontò tutto al marito; che, a ogni costo, voleva andare a trovare Remigio per rifarla con lui.

– Sarai a tempo! Ora ti darebbero torto.

– Non me ne importa: meglio prima che dopo. Gl’insegnerò io a metter bocca nelle faccende che non lo riguardano. Che gl’importava a lui?

E, benché la donna lo tenesse, aprì l’uscio; ed esci.



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